Catania, ai piedi della Montagna. La provincia di Catania
presenta un quadro ambientale assai ricco: basti osservare che
in uno spazio di appena 19 chilometri si passa dal litorale
marino alla cima del vulcano più attivo d’Europa, passando
attraverso una straordinaria varietà di paesaggi modellati dalle
lunghe vicende geologiche e dalle recenti attività antropiche.
In omaggio a uno dei suoi cittadini più illustri, Vincenzo
Bellini, la visita del capoluogo etneo può iniziare dalla zona
del teatro (1890) a lui intitolato e disegnato da Carlo Sada in
elegante stile secondo impero.
A sud si raggiunge piazza San Placido che prende nome
dalla bella chiesa barocca, la cui facciata del 1769 è
opera di Stefano Ittar, che, insieme a Giovan Battista Vaccarini,
fu l’artefice principale della Catania settecentesca,
risorta dopo le distruzioni dovute all’eruzione dell’Etna del
1669 e al terremoto del 1693. Ittar collaborò anche alla
costruzione del vicino palazzo Biscari, splendido edificio
barocco iniziato nel 1702.
Per via Vittorio Emanuele, all’ombra dell’imponente cupola della
badia di Sant’Agata, capolavoro di Giovan Battista Vaccarini
realizzato fra il 1735 e il 1767, si raggiunge il fulcro del
centro cittadino: piazza Duomo è ornata al centro dalla fontana
dell’Elefante, il “Liotru” di pietra lavica simbolo di Catania.
Il Duomo, dedicato a Sant’Agata, fu ricostruito all’inizio del
XVIII secolo in stile barocco, mantenendo però le absidi e il
transetto dell’originaria struttura normanna. Seguendo il
tracciato dei cosiddetti “archi della marina”, le arcate della
linea ferroviaria una delle quali ospita, nei pressi della
piazza, il pittoresco mercato della Pescheria, si giunge a
Castello Ursino: sorto per volere di Federico II di Svevia e
completato nel 1250, è sede del Museo Civico, nato da raccolte
private cittadine, in particolare da quelle archeologiche del
principe di Biscari, ammirate da Goethe, e dei Benedettini. Si
ritorni verso il centro percorrendo via Crociferi, suggestiva
soprattutto di sera, alla luce dei lampioni.
Lungo il suo breve corso si trovano le chiese più
rappresentative del barocco catanese, come San Giuliano. Si
incrocia poi la scenografica via Di Sangiuliano, dove si trovano
belle dimore nobiliari come palazzo Manganelli.
La via sale a piazza Dante, dominata dal complesso di San
Nicolò, con la chiesa – la più grande di tutta la Sicilia –
incompiuta e il monastero benedettino, che oggi ospita aule e
istituti universitari.
Da qui pochi passi conducono all’animatissima, vasta piazza
Stesicoro, dove sono i resti dell’anfiteatro romano. Sulla
piazza e nelle immediate vicinanze sorgono tre chiese intitolate
a Sant’Agata e legate al martirio della vergine patrona della
città: Sant’Agata alla Fornace, Sant’Agata al Carcere e Sant’Agata
la Vetere. Nella vicina piazza Carlo Alberto, la Fiera, ha luogo
il mercato più vasto e colorato della città. Piazza Stesicoro
interrompe via Etnea, il salotto dei Catanesi: a nord si trova
villa Bellini, a sud si ritorna verso piazza del Duomo.
In quest’ultimo tratto si impongono due soste: alla Collegiata,
la cui scenografica facciata (1758) è il capolavoro di Ittar, e
il bel cortile dell’Università, altra opera di Vaccarini,
circondato da un doppio loggiato e pavimentato da pietra lavica
e ciottoli bianchi a formare un raffinato mosaico.
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