Di
origine saracena (Kalghata Biano) si trova menzionato
all'epoca della conquista normanna e fu poi possesso di
Pagano e Gualtiero de Parisi, Conti di Avellino, che ne
occuparono l'antico castello (1135). Infeudato nel 1213 ad
Arnaldo de Regio, fu da Federico II concesso a Gualtiero
de Palearis, suo cancelliere e Vescovo di Catania. Dai
Vescovi di Catania il borgo passò a Ruggero di Lauria e
quindi sotto Federico II d'Aragona al genovese Brancaleone
Auria. Mensionato nel censo di Re Martino (1408) fu dei
Cruyllas e dal 1547 della famiglia Marullo. Alla fine del
XVII secolo il castello fu acquistato dai Gravina, ai
quali rimase fino all'estinzione dei feudi. Il castello
conserva oggi tracce normanne, sveve e aragonesi. In
prossimità della spiaggia fu edificata la singolare
residenza sururbana dei Principi di Palagonia (Gravina),
il cosiddetto Castello di San Marco.
Oggi l'economia della cittadina si basa principalmente
sull'agricoltura e sull'artigianato. Vi sono buoni pascoli
permanenti, una media cartiera e varie piccole imprese
commerciali ed artigiane. Il paese comprende
Pasteria-Lapide, frazione situata alla sinistra del
torrente Minissale, circa un chilometro a sud di
Calatabiano.
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