Il
rinvenimento di un villaggio di capanne con materiale
appartenente al neolitico consente di affermare che
insediamenti umani fossero presenti sul territorio già
millenni fa, ma poco si sa della storia ante-feudalesimo
di San Cono. Il feudo di "Dainamare e Santo Cono", dopo
alterne vicende che lo videro proprietà delle più note
famiglie siciliane, passò nelle mani di don Ottavio
Trigona di Piazza Armerina, il cui primo provvedimento fu
il ripopolamento del luogo (che contava 185 abitanti). Il
12 febbraio 1785 il marchese Trigona Bellotti ebbe notizia
che il suo feudo aveva ottenuto la "licentia populandi"
dal vicerè Domenico Caracciolo. Intanto, a causa di
contrasti tra la concezione feudale della proprietà
sostenuta dai discendenti dei Trigona e la nuova
Costituzione che il Regno delle due Sicilie si era dato,
San Cono dal 1842 al 1859 venne aggregato a San Michele di
Ganzaria per la tutela amministrativa. Superata questa
triste fase di storia locale, primo sindaco del nuovo
comune fu Gaetano dell'Aia, mentre primo potestà, con
l'avvento del fascismo, fu Giuseppe Fraggetta, seguito da
Michelangelo Franchino, personalità di alto ingegno e
lungimiranza. Oggi San Cono fonda la sua economia
sull'agricoltura, peraltro fiorente.
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