"Castiglione"
è il Castel Leone, che domina la Valle dell'Alcantara. Già
730 anni prima di Cristo i greci avevano costruito sulla
grande macina di pietra della rocca un punto di
avvistamento fortificato per controllare quella che
rappresentava l'unica via di accesso per l'interno della
Sicilia. Era anticamente chiamato "Quastellum", nel medio
evo "Castellum" e poi nel periodo aragonese "Castellione",
ovvero Castello del Leone. 234 anni dopo gli esuli di
Naxos costruirono una città, distrutta poi da Dionigi,
tiranno siracusano. Nella zona poi si avvicendarono i
romani, che costruirono ponti, gli arabi, che
rivoluzionarono i sistemi di irrigazione (e giunsero fino
ad allevare coccodrilli nell'Alcantara), i normanni e gli
svevi, sotto i quali Castiglione divenne città regia, e
Ruggero di Lauria, il quale scelse Castiglione come sua
abituale residenza estiva. Federico II di Svevia concesse
alla città l'appellativo di "Animosa" e le confermò il
privilegio di battere moneta. Tutti lasciarono qualcosa
della loro cultura. E la città prosperava: il Castello si
arricchiva di nuove fortificazioni, si costruivano chiese
e palazzi, il commercio e l'artigianato erano fiorenti,
una grande ricchezza proveniva dalla coltura e dalla
lavorazione del lino e famosa era la coltivazione delle
nocciole di Castiglione. Nel 1373 venne concessa in
Baronia a Pirrone Gioeni e ciò determinò una lenta ma
inesorabile decadenza della città, finchè nel 1612 i
cittadini, insofferenti al dominio feudale,
riconquistarono le libertà civiche. Tale libertà permise
la nascita di una borghesia terriera ad un apprezzabile
sviluppo urbanistico. Nel 1860 viva fu la partecipazione
della città alla causa dell'Unità d'Italia.
Oggi Castiglione è nota per la produzione del Vino (noto
e' il Vino della Solicchiata, rosso corposo al quale gli
abitanto del luogo attribuiscono il potere di dare "il
calore di una maglia di lana tessuta a mano") e per la
produzione, ovviamente artigianale, di arazzi e ricami che
sembrano ispirarsi alle decorazioni delle splendide chiese
di Castiglione e alle guglie dei campanili. "A
Castigghiuni li fimmini beddi ca jornu e notti scacciunu
nuciddi" recita un proverbio popolare del luogo, lasciando
intuire quanto sia ancora oggi sviluppata la coltivazione
delle nocciole.
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