Portale internet del circuito sicilia1 dedicato alle provincie siciliane

 

Eventi e Manifestazioni

 

sagre

 
la settimana santa
 
 
 
 
 
www.comune.caltanissetta.it
 
 
 
homepage>Tradizioni Popolari

La Pasqua nella provincia nissena


Le sfilate delle maestranze, i gruppi sacri, i sepolcri addobbati, le commoventi processioni del Venerdì Santo, le sacre rappresentazioni della Passione ed infine l'atmosfera gioiosa della "giunta". La Pasqua in provincia di Caltanissetta è tutto questo, in un continuo richiamo agli ori, ai colori e alla teatralità di gusto barocco erreditati dalla cultura spagnola.
La Settimana Santa nel Nisseno assume un fascino unico nel quale misticismo e folclore si fondono rtegalando emozioni antiche e indimenticabili.
La Settimana Santa di Caltanissetta è tra le più popolari e affascinanti dell'isola, chi vi assiste non può fare a meno di ammirarne le suggestioni che ricordano la Pasqua di Siviglia e di Murcia.Nel capoluogo le celebrazioni hanno inizio il pomeriggio della Domenica delle Palme con la processione dei simulacro di Gesù Nazareno. Posto su una vara a forma di barca ricoperta di fiori, la statua viene condotta lungo le vie dei centro storico.

A partire dal mattino dei Mercoledì, per tradizione ormai secolare, i corteo della Real Maestranza dà inizio alle celebrazioni ufficiali della Pasqua nissena. Unica nel suo genere, la "Maestranza" apre i riti della Settina Santa riportando al passato, alla memoria e alla storia di questa città. Le sue origini risalgono alla costituzione delle antiche corporazioni delle arti e dei mestieri. Nel 1806, quando re Ferdinando IV giunse in città, i componenti delle maestranze nissene sfilarono in suo onore. li corteo per il fasto e la maestosità colpì vivamente l'animo del sovrano che la definì 'Reale".

Ancora oggi la Real Maestranza mantiene inalterato tutto il fascino storico delle sue origini. Due le contrapposte atmosfere che ne segnano l'uscita dei Mercoledì: la mestizia per la Passione e Morte di Nostro Signore cui segue la gioia della Resurrezione. Sentimenti manifesti soprattutto nei "segni" che i componenti mostrano nel corso della processione. In un primo tempo il Capitano - eletto ogni anno tra gli appartenenti alle v rie categorie artigiane - si pone alla guida dei corteo portando un Crocifisso velato di nero. Sia il capitano,sia gli altri componenti portano quali segni lutto: cravatte, calze e guanti neri. Dopo avere raggiunto e sostato all'interno della Cattedrale l'adorazione del SS. Sacramento, la solenne processione riprende a sfilare, stavolta in un clima gioia accompagnato dal suono allegre marce. La giornata dei Mercoledì Santo prosegue e si conclude con l' uscita delle "varicedde", i gruppi statuari in miniatura riproducenti le "vare" che sfilano durante la sera del Giovedì Santo. Anche la tradizione delle "vare" affonda le sue radici in epoca antica. Secondo alcuni storici fu istituita nel 1780 su iniziativa della Congregazione di San Filippo neri. Una ricostruzione fatta dallo storico Michele Alesso narra che in tempo: "Era uso a due ore di notte circa, uscire in processione con grande entusiasmo portando in giro per le vie cinque barette, su cui stavano delle statuette di cartapesta dell'altezza di due palmi, raffiguranti cinque dei principali Misteri della e Morte di Gesù Cristo, e con esse visitare i sepolcri, entrando in cinque chiese poste nelle vie che essa percorreva". Ripresa nel 1840, fu soltanto nel 1882 che la processione divenne grande momento di partecipazione mistica e popolare grazie al "voto" fatto dagli zolfatai scampati alla tragedia della miniera di Gessolungo. I sedici gruppi statuari sono opera dei due scultori di origine napoletana Vincenzo e Francesco Biangardi.

La struggente processione dei "Cristo Nero" segna la Venerdì Santo. Secondo la leggenda, il piccolo Crocifisso di legno sarebbe stato trovato in una grotta fra due candele accese. Ricca di misticismo e di commovente partecipazione la processione si snoda lungo un percorso che attraversa buona parte della zona vecchia della città. Nell'aria pregna dell'odore intenso e penetrante di incenso, una lunghissima fila di fedeli a piedi nudi accompagna il simulacro in un silenzio rotto solo dalle "Iamintanze" dei 'fogliamari".

Non meno ricche di emozioni e fascino sono le celebrazioni degli altri centri della provincia. Singolare e altamente simbolico è il Giovedì Santo a Villalba, dove sul sagrato della chiesa principale dei paese è allestita un'enorme tavola sulla quale vengono esposti tredici agnelli di zucchero, il più grande quali, posto a centro, viene diviso in pezzetti e offerto dal sacerdote ai fedeli.

Sempre il Giovedì Santo, ma spostandosi a Mazzarino, intorno alla mezzanotte ha luogo la processione dei "Signore di camoscio" portato a spalla dai confratelli incappucciati. Si tratta di un Crocifisso antichissimo giunto in paese nel Seicento durante la dominazione spagnola e proprio in Spagna pare che si trovi l'altro unico esemplare.

Nel centro mazzarinese, i riti proseguono il Venerdì con la processione dei simulacri dell' Addolorata, di San Giovanni, della Veronica e dei Cristo mentre in tarda serata dalla Chiesa di San Domenico muove lentamente l'Urna. A guidare la processione è il "mastro incappucciato", di cui nessuno conosce il nome dato che viene nominato poco prima dell'inizio dei corteo religioso. Particolarmente commovente è la processione, all'alba del Venerdì Santo, a Santa Caterina Villarmosa. Il corteo religioso si muove lentamente lungo le stradine avvolte ancora nel buio e nel silenzio, mentre ad intervalli i "ladatori" che seguono l'Addolorata e la Sacra Urna, intonano in coro le "Iamintanze". La presenza dei "Iadatori" è una costante in quasi tutti i riti pasquali nel Nisseno. A Montedoro accompagnano la processione dei Venerdì Santo eseguendo un repertorio di canti polivocaili dialettali ritenuto in assoluto tra i più interessanti.

Protagoniste della Pasqua di Mussomeli sono le sei antiche congregazioni religiose che la sera dei Giovedì Santo portano in processione i rispettivi simulacri. Un'atmosfera di grande misticismo caratterizza, la mattina dei Venerdì Santo, la processione della Addolorata durante la quale vengono eseguite le "lamintate" in lingua latina. Il corteo riprende nel primo pomeriggio con il simulacro del Nazareno che esce dalla Chiesa Madre per raggiungere il Calvario dove, dopo la lettura della "Passio", si svolge Ia rappresentazione della crocifissione. In tarda serata ha luogo la processione dell' Urna.

A Butera, la Settimana Santa vive tre momenti importanti: il primo la domenica delle Palme, quando viene ricordato l'ingresso di Gesù a Gerusalemme con la processione dei simulacro dei Cristo seguito da dodici uomini nelle vesti degli Apostoli; il secondo il Giovedì Santo, nel corso della processione dei Cristo incatenato. Infine, il Venerdì Santo ha luogo l'uscita di tre "vare": l'Ecce Homo (u signuri 'a canna) al mattino; il Cristo con la croce (u signuri ca cruci'ncoddu) nel primo pomeriggio e la sera la Sacra Urna ('u catalettu). Tra le giornate dei Giovedì e dei Venerdì Santo numerose processioni si svolgono in tutti i comuni dei Nisseno: da Gela ad Acquaviva, Bompensiere, Campofranco, Delia, Milena, Marianopoli, Sommatino, San Cataldo, Serradifalco, Sutera, Vallelunga, Niscerni e Riesi in particolare, in quest'ultimo centro i riti dei Venerdì Santo hanno inizio all'alba con l'uscita dei simulacri di Gesù, di Giovanni e dell'Addolorata. Verso le tre dei pomeriggio, in un punto del paese detto dei "quattru cantuneri", allo squillo delle trombe avviene l'incontro tra fra l' Addolorata e il Cristo. Le due statue vengono trasportate verso una collinetta, "il Calvario", per la rappresentazione della Crocifissione. In tarda serata, disteso nell' Urna, il Crocifisso viene accompagnato in processione dai portatori che muovendosi con andatura lenta, tre passi avanti e due indietro, percorrono le vie dei paese alla luce delle fiaccole.

Altra tradizione pasquale è la rappresentazione, da parte di attori locali, degli episodi della Passione di Gesù Cristo. Le più importanti si svolgono a Delia, Sommatino, San Cataldo e Serradifalco. La Domenica di Pasqua si rinnova il rito gioioso della "Giunta": l'incontro tra i simulacri della Madonna e dei Cristo Risorto.

A San Cataldo spettacolare è la sfilata dei "Sampauluna", grandi statue di cartapesta raffiguranti gli Apostoli. Nel pomeriggio queste vengono riunite dinanzi alla Chiesa della Mercede assieme al simulacro della Madonna e alla piccola "vara" della Maddalena. Di lì a poco ha inizio la celebrazione della festa con la statua della Maddalena che si avvia verso il luogo dei "Sepolcro" e trovandolo vuoto ritorna indietro per 'annunciare agli Apostoli e alla Vergine la Resurrezione dei Cristo. La "vara" della Maddalena percorre tragitto altre due volte: la prima accompagnata dalle figure di Pietro e Paolo, e la seconda da quella ella Madonna.

Solo a questo punto, da una stretta di traversa laterale, appare la statua gli del Cristo Risorto che dà il via al te corteo degli undici "Sampauluna", preceduti dai simulacri dei Cristo, al della Madonna e di San Giovanni.
 

Copyright © Azienda Provinciale Turismo di Caltanissetta
Per gentile concessione
 

SETTIMANA SANTA DEI MISTERI

Una della processioni più spettacolari nella Settimana Santa di Caltanissetta è quella della Real Maestranza con la partecipazione di circa quattrocento rappresentanti delle varie corporazioni di arti e mestieri. Il “capitano” – vestito secondo la tradizione settecentesca: marsina, feluca con piuma nera coccarda tricolore, e spadino alla cintura – guida il corteo
facendosi carico del lutto di tutti.
Il giorno successivo, il Giovedì Santo, tocca alle Vare o Misteri, ovvero degli imponenti carri su cui vengono montati gruppi scultorei in legno, cartapesta e gesso che raffigurano, generalmente, un momento della Via Crucis oppure dipinti famosi. Il Venerdì Santo è la volta del Cristo Nero, un crocifisso di legno
nero ritrovato, nel 1625, in una grotta, portato a spalla dai “fogliamari”, cioè i raccoglitori di verdure, che intonano nenie funebri.
La Settimana Santa nissena segue un cerimoniale che risale a oltre due secoli fa, con il suo carico di riti e usanze, fede e credenze pagane.
E di pathos.
Centro storico • Pasqua

© Regione Sicilia
Un anno di eventi e manifestazioni
Tutti i diritti riservati

Il circuito  Sicilia1 adesione inserisci azienda affiliazione inserisci sito inserisci notizia contattaci


© Sicilia1.it Realizzazione Art Advertising