Cittadina agricola è posta sulla destra del fiume Salso alle falde della collina Gibbesi circondata da fertile e ben coltivato territorio. Ad un chilometro e mezzo dall'abitato vi è il monte Saraceno. Scavi iniziati nel 1928 e ripresi nel 1973 hanno messo in luce un centro indigeno protostorico molto simile a quello di Sant'Angelo Muxaro

soggetto nel VII secolo a.C. all'ellenizzazione gelea e nel VI secolo a quella agrigentina. Al Museo Archeologico regionale di Agrigento si conservano i corredi delle necropoli del V-IV secolo a.C.che si trovano sulle pendici meridionale ed occidentale del monte. L'attuale città sorse sulle rovine di una fortezza distrutta nel 1087 da Ruggero Normanno che vi aveva stretto in assedio un gruppo di Arabi scampati alla sconfitta di Naro. Ruggero, secondo la tradizione, a seguito della vittoria riportata su questi fece costruire una chiesa detta della Madonna del Fico in prossimità del paese attuale. Dopo la conquista normanna la baronia di Ravanusa pervenne alla famiglia Bonanno passando dalla famiglia De Crescenzio alla famiglia Palmeri, alla famiglia Tagliaferri e quindi alla famiglia Bonanno. Ravanusa fu fondata nel 1616 da Giacomo Bonanno Duca di Montalbano, alla cui famiglia appartenne fino al 1812. Del patrimonio artistico monumentale sono da ricordare: la chiesa appartenente un tempo al convento francescano fatto costruire nel 1453 da Andrea de Crescenzio ed affidata dallo stesso ai Canonici regolari Agostiniani di S. Giorgio di Alga; la chiesa Madre dedicata a S. Giacomo Apostolo fatta costruire nel secolo XVII dai Bonanno Principi di Cattolica e Baroni di Ravanusa. La chiesa, in una armoniosa navata, ricca di stucchi, domina nel centro storico del paese. La sua facciata è caratterizzata da un portale molto interessante di scuola gaginesca. Dell'architettura civile rimangono alcuni palazzi aristocratici tra cui quello dei Sillitti di fine '800.

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