Le origini
del Comune di Ravanusa risalgono ad una delle imprese
militari di Salvatore Palmeri, cugino del sovrano
normanno Ruggero. Palmeri assediò e distrusse la
fortezza araba, presieduta dall'emiro Mulciabile Mulè,
dalle cui ceneri sorse Ravanusa. Lo scontro tra l'emiro
e il condottiero Palmeri fu epico, ed è rimasto nella
storia. Gli Arabi erano in ritirata dopo la sconfitta a
Naro e vennero assaliti da Palmeri e dai suoi ottanta
cavalieri. I saraceni opposero notevole resistenza
dentro le mura della fortezza. Ma Mulciabile Mulè venne
accusato di viltà perchè rimaneva a combattere dentro le
mura. Allora l'emiro uscì per sfidare ad armi pari e in
duello il Palmeri. Il normanno ebbe la meglio e presentò
la testa dell'emiro, dopo averla recisa, al Conte
Ruggero, che donò al Palmeri la propria spada e gli
concesse in perpetuo dominio "Castra el fortilitia quae
habebal dictus Mulciabilis Mulè" . Diversi secoli dopo,
la baronia venne acquisita dalla famiglia Bonanno, e
Giacomo Bonanno, nel 1616, ottenne la licenza di
popolare il feudo e, pertanto, fondò il borgo di
Ravanusa. Tale nome è legato ad una leggenda. Si
racconta che il paladino Orlando era venuto in Sicilia a
liberare una giovane caduta nelle mani di un temibile
Sultano. Durante le ricerche si trovò senza acqua e
molto assetato. Non trovando alcuna fonte, rivolse una
preghiera a Dio e miracolosamente sgorgò una copiosa
fonte d'acqua limpidissima. Il paladino battezzò quella
zona con il nome di Rivinuta, acqua rinvenuta. Il paese
non presenta nulla di particolarmente rilevante dal
punto di vista artistico. Nelle sue vicinanze sorgono i
resti di un tempio greco, forse avanzi di una antica
città siculo-greca, Kakiron. Ravanusa sorge a 320 metri
sul livello del mare alle falde meridionali del monte
Gibbesi. Dista 55 chilomelri da Agrigento. Ha una
popolazione di circa 16 mila abitanti. Vi sono diverse
aziende agricole ed artigianali e un discreto patrimonio
zootecnico. |