Sui monti Iblei,
Sortino, insieme a Melilli, è noto per la produzione
artigianale del miele, le cui doti organolettiche erano
già cantate da Teocrito e Virgilio. Il toponimo,
probabilmente, fa riferimento alle vicende dell’antica
Pantalica. Sortino, così, potrebbe essere la città degli "sciuti"
(gli usciti), cioè degli abitanti di Pantalica costretti
ad andare via al tempo dei bizantini e poi con la
conquista araba intorno alla metà del 700. Le prime tracce
ufficiali del casale di Sortino risalgono però al periodo
angioino, quando divenne feudo. L’antica Sortino era
costruita nella valle del fiume Ciccio. Oltre cinquemila
abitanti vivevano in abitazioni scavate nelle rocce, un
po’ come i "sassi" di Matera. La città però fu distrutta
dal terremoto del 1693 rifondata più in alto, sulla
collina del Cugno del Rizzo.
Nella Sortino ricostruita nel Settecento, quello che
domina è lo stile barocco. La chiesa di San Francesco,
costruita nel 1737, conserva al suo interno una pregevole
custodia del Santissimo Sacramento in legno. la Chiesa di
Santa Sofia, dedicata alla patrona della città, fu
ricostruita all’inizio del Settecento su una chiesa del XV
secolo. La chiesa del Purgatorio, ultimata nel 1784,
presenta una caratteristica cupola ottagonale. La chiesa
dell’Annunziata (1739) è caratterizzata all’interno da
vivaci elementi decorativi. Spettacolare è il piazzale
lastricato di ciottoli bianchi e neri davanti alla Chiesa
Madre, dedicata a San Giovanni Evangelista. Adiacente alla
chiesa di Sant’Antonio Abate è il Collegio di Maria,
fondato nel 1761. Alla fine del Seicento, invece, risale
la chiesa di San Pietro. E’ stata ultimata all’inizio del
XVIII secolo la chiesa di San Sebastiano. Già esistente
nel XVI secolo e ricostruita nel XVII il Monastero di
Montevergine che nel suo complesso comprende anche la
chiesa della Natività di Maria. |