Buscemi come altri
centri della zona montana del Siracusano nell’area
dell’alta valle dell’Anapo, nacque nel VI secolo d.C. come
fortezza araba: un castello arabo dal nome "Qal’at Abi
Samah", modificato poi in Buxema e Bussema, oggi Buscemi.
Anche questo piccolo centro (conta 1.247 abitanti) subì
danni gravissimi dal sisma che nel 1693 sconvolse la val
di Noto. Ed anche Buscemi fu oggetto, come tutti i centri
della zona, di un’intensa ricostruzione di edifici civili,
ma soprattutto religiosi secondo i canoni imperanti in
quel tempo dell’"anarchia equilibrata", come la definisce
Vincenzo Consolo, del barocco
Lungo corso Vittorio Emanuele, spicca il prospetto della
chiesa Madre, che conserva una statua lignea
dell’Addolorata realizzata nel 1732 da Filippo
Quattrocchi. Poco distante la chiesa di San Giacomo,
caratterizzata da una particolare pianta ellittica. In
piazza Roma la chiesa di San Sebastiano con i suoi
affreschi che descrivono scene bibliche, mentre
interessanti elementi architettonici presenta la chiesa di
Sant’Antonio da Padova. La chiesa del Carmine, che risale
alla fine del Settecento custodisce un prezioso gruppo
marmoreo: l’Annunciazione con la Vergine e l’Angelo
risalente al XVI secolo, realizzato dalla scuola di
Antonello Gagini. Risale al Cinquecento il santuario della
Madonna del Bosco, appena fuori dal paese, dove è
custodito un dipinto su intonaco che rappresenta la
Madonna patrona del paese. Nei dintorni di Buscemi anche
esempi di culto paleocristiano, come la chiesa rupestre di
San Pietro, risalente al V secolo. |