Le origini di
Monterosso affondano nella notte dei tempi: la necropoli
di Calaforno e l'abitato di monte Casasia, scoperti
negli anni '60 , dimostrano infatti come il territorio
sia stato abitato da popolazioni sicule. L'ipogeo di
Calaforno è stato inilzialmente usato come luogo di
sepoltura, poi come luogo di abitazione e, nel periodo
romano come luogo di rifugio dei cristiani.
Queste popolazioni in seguito alle incursioni dei greci
si ritirarono sui monti interni, dando vita ad altri
centri . Non abbiamo documenti che risalgono al periodo
greco-romano. In una zona situata sulla strada
Vizzini-Monterosso si trovano le grotte dei Santi con
alcuni affreschi bizantini, che sono state abitate nel
periodo delle persecuzioni cristiane. Nel 1168 il paese
appartenne a Goffredo figlio del Conte Ruggero. Già il
paese aveva una fisionomia e un certo numero di abitanti
e prese il nome di Monte Jahalmo. Successivamente il
paese appartenne al conte Enrico Rosso che costruì un
castello presso la contrada Casale del quale si è persa
ogni traccia. In seguito alle nozze di Enrico con la
figlia di Federico Chiaramonte, il paese entra a far
parte della Contea di Modica e in questo periodo prende
il nome di Monterosso. Dopo la caduta dei Chiaramonte,
intorno all'anno 1393, la contea, e quindi, anche
Monterosso passò in mano di Bernardo Cabrera. Il Cabrera,
assetato di potere, portò il paese alla rovina, dopo che
fallite le sue ambizioni di ottenere la corona di
Sicilia fu costretto a pagare un forte debito vendendo
il paese. In seguito, nel 1508, il paese fu ricomprato
dagli eredi del Cabrera, i quali vi costruirono due
castelli. L'11 gennaio del 1693 anche Monterosso fu
colpito dal tremendo terremoto che distrusse la Sicilia
orientale, vi furono circa 200 morti e solo pochi ruderi
rimasero quali la cappella di S.Antonio, il Mulino
Vecchio. Da allora il paese è stato ricostruito sempre
più in cima al monte, assumendo l'attuale topografia. |