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MISTERBIANCO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

homepage>MISTERBIANCO> storia

 

Misterbianco si alza su una lieve collina, distinguendosi da Catania, che gli sta a ridosso. L'indipendenza del paese, tanto inseguita, avvenne nel 1640 con l'acquisto del casale, caratterizzato da un "Monasterium Album" (monastero bianco), dimora di monaci dal saio bianco, dal quale pare derivi il nome del paese. Secondo un'altra tesi l'etimologia del nome proverrebbe da "mosto bianco", data l'esistenza di numerosi vigneti in quella zona. Nel 1642 il casale fu venduto a Vespasiano Trigona. Nel 1669 il casale fu completamente sepolto dalle colate di una delle più possenti eruzione dell'Etna. Furono i Trigona, che nel 1685 il re Carlo II avrebbe poi insignito con il titolo di duchi di Misterbianco, a farsi garanti, subito dopo l'eruzione, del passaggio di proprietà dal Monastero dei Moniali di San Giuliano ai misterbianchesi. Quattro delle più autorevoli famiglie sottoscrissero, in nome e per conto dei misterbianchesi, l'atto del terreno scelto per ricostruire il paese, posto a circa tre chilometri a sud rispetto al precedente sito. Il centro, risorto dalla lava, come è ricordato nel suo antico stemma comunale, rappresentato da una Fenice, uccello mitologico che risorge dalle ceneri, venne riedificato prendendo a modello proprio il casale andato distrutto. Gli abitanti del casale riuscirono inoltre a mettere in salvo i libri parrocchiali dell'archivio ecclesiastico, arredi sacri, la statua della Madonna delle Grazie, preziosi oggetti d'arte conservati nella chiesa Madre e perfino le campane della Matrice.
 

 
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