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VILLALBA
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Villalba sorge a 600 metri sopra il livello medio del mare ed è circondata da un territorio molto suggestivo costituito da colline d'argilla e da particolari, aspri rilievi calcarei che da lontano, per l'effetto creato dall'erosione selettiva, appaiono a volte come tanti artigli protesi a graffiare il cielo. La storia di Villalba è antichissima e affonda le sue radici fino all'epoca romana. Tuttavia le vicende legate alla fondazione dell'attuale centro sono del Settecento. All'inizio, nel luogo ove oggi sorge il paese, esisteva un piccolo borgo chiamato Casale di Miccichè.
Verso il 1750 un ricco signore nisseno, tale Palmieri Niccolò, entrato in possesso di queste terre iniziò a edificare abitazioni. Ben presto però dovette entrare in contrasto con il Duca del vicino paese di Vallelunga, il quale temeva per lo spopolamento del suo territorio. Alla fine, però, i contrasti cessarono e Villalba poté svilupparsi liberamente.
Ai nostri giorni il paese vive prevalentemente di agricoltura. Un forte richiamo turistico hanno le tradizionali manifestazioni in occasione del periodo pasquale.

 Leggende di incantesimi e "trovature" nelle creste rocciose circostanti

Secondo antiche tradizioni popolari siciliane, in parecchi luoghi del territorio isolano si troverebbero, ben nascosti, tesori e ricchezze di inestimabile valore legati a particolari incantesimi, sciogliendo i quali il fortunato che li scopre può appropriarsene e vivere da vero Nababbo. Fantasie? Leggende?
Storie di incantesimi e di "trovature" (letteralmente ritrovamenti di tesori nascosti) sono note anche a Villalba. Le suggestive creste rocciose che circondano il centro abitato (Serra di Porco, Cozzo Pirtusiddu, Pizzo dell'Agnella, Pizzo di Lauro), sarebbero i luoghi ove si celerebbero questi tesori segreti, rivelati in sogno solo ad alcuni e difesi da particolari incantesimi, famelici animali, diavoli o brutte streghe. In particolare, la leggenda delle trovature più famosa a Villalba è forse quella legata a Pizzo di Lauro: si dice che chi riesce a scalare l'impervia parete del monte e a raggiungerne indenne la cima può diventare l'uomo più ricco e felice del mondo. Secondo la tradizione molti ci hanno già provato, ma senza fortuna. Pare che chi si cimenta nell'ardua impresa non possa resistere alle angoscianti voci dei trapassati, le quali intonano il seguente canto ammonitore: "Pizzu di Lauru, Pizzu di Lauru: ppi la to ricchizza nni perdemu la vita e la sarbizza" , cioè 'Pizzo di Lauro, Pizzo di Lauro: pur di venire in possesso della tua ricchezza perdiamo la vita e la salvezza'. Un ritornello tanto fantasioso quanto ricco di significati veri.

©  Azienda Provinciale Turismo di Caltanissetta


 

 
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