Ribera si
estende su un territorio dove sorgeva un più antico
centro abitato, denominato "Allava", che, però, era già
scomparso quando venne costruito il modesto borgo
feudale che diede origine al paese. L'idea di edificare
il borgo, pur senza una "licenza populandi", venne, nel
1628, al nobile Luigi Guglielmo Moncada Aragona La Cerda,
Duca D'Alcalà. Questi diede alle poche e modeste case
del borgo il nome della consorte, Maria Alfan De Ribera,
figlia del Vicerè Duca D'Alcalà. Si trovava in un
territorio assai fertile, compreso tra i fiumi Verdura e
Platani. Ciò favorì l'insediamento di famiglie di
agricoltori in cerca di buona terra da lavorare. Nel
1673, al primo signore successe Ferdinando D'Aragona
Moncada, che ottenne diversi titoli nobiliari, tra i
quali quelli di Principe di Paternò, di Montalto e di
Bivona. Dal matrimonio con Maria Teresa Faxardo Toledo e
Portugal, dei Marchesi di Los Velas, il principe ebbe
una figlia, Caterina, che sposò Giuseppe Toledo di
Ferrandina e Marchese di Villafranca al quale il feudo
di Ribera andò in dote. Nel 1736 lo ereditò il loro
primogenito, Federico di Toledo Aragona Moncada, che lo
mantenne sino al 1754, quando venne trasmesso all'unico
erede universale della nobile casata, Antonio Alvarez de
Toledo Duca di Ferrandina e di Bivona. Nel 1812, con
l'abolizione del feudalesimo, tutti i diritti sul feudo
e la baronia di Ribera vennero meno, e il patrimonio
venne diviso tra diversi eredi. Di interesse artistico
Ribera non presenta molto, se si eccettua il Castello
dei Conti Luna e la Chiesa Madre a tre navale del
Seicento. La ricchezza principale del paese e, da
sempre, l'agricoltura. La produzione è molto varia ed
abbondante. Oggi, Ribera è uno dei centri economici più
importanti della provincia di Agrigento. Non manca
l'allevamento e qualche attività industriale.
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