Porto
Empedocle nacque, come approdo marittimo di Agrigento
durante la dominazione greco e romana. Il porto
dell'antica Città era collocato alla foce del fiume
Akragas, presso San Leone. Successivamente alla
decadenza di questo Emporium, avvenuta probobilmente
dopo l'invasione araba, venne utilizzata per le
imbarcazioni la spiaggia dove oggi sorge Porto
Empedocle. Il collegamento tra la città e il nuovo porto
era garantito da una trazzera che partiva dal quartiere
Rabato, ad Agrigento, e finiva alla marina. Gli Arabi se
ne servirono non solo per i loro commerci, ma anche per
le loro attività militari. Durante tale periodo, lo
scalo ebbe un notevole incremento. Le attività
commerciali avvenivano soprattutto con l'Africa. I
prodotti più esportati erano grano, cereali vari, vino e
soprattutto sale. Venivano importati pelli, tessuti,
tappeti, generi di abbigliamento. Dopo la conquista dei
Normanni, questi scambi con il Nord Africa vennero meno
e fu privilegiato il commercio con i porti italiani,
specie con Genova, Pisa, Amalfi. Anche durante il
periodo svevo, il porto mantenne il suo prestigio ed
ottenne diversi privilegi, grazie anche ad un assetto
amministrativo più razionale. Nascevano però, intanto,
poco distante nuovi porti con cui il nostro entrava in
competizione. Una certa parte della produzione agricola
dell'interno venne dirottata verso Gela e Licata. Il
dominio spagnolo in Sicilia, durato quattro secoli e
mezzo, non influì positivamente. Trapani e Mazara, più
vicine alla Spagna, vennero fovorite, insieme alla
Sardegna. Mentre si intensificavano nel Mediterraneo
nuovi traffici, il nostro porto rimase legato
esclusivamente all'esportazione di frumento e cereali.
Nonostante ciò, nel secolo XIV raggiunse il massimo del
suo splendore. Ma durò poco. Già nel XV secolo, col
sorgere dei caricatori di Siculiana e Palma Montechiaro,
il molo agrigentino subì una grave crisi, che si aggravò
nel XVI secolo, quando diverse epidemie si abbatterono
sull'agrigentino e la flotta turca infestava tutta la
costa meridionale sicula. Per questo Carlo V ristrutturò
l'antica torre costruita a difesa del caricatore di
Agrigento. Nel 1725 l'imperatore austriaco Carlo VI
ordinò nuovi lavori per la ristrutturazione del molo,
che versava in pessime condizioni, e diede nuove
disposizioni sul suo funzionomento per avviarne la
ripresa. Agli Austriaci subentrarono i Borboni di
Sicilia che decisero la costruzione di un vero porto
alla marina di Girgenti, con strutture in muratura, là
dove prima era stata sempre in legno. Si realizzò un
molo della lunghezza di 400 metri. Nei 1853, Ferdinando
II decretava l'erezione a Comune autonomo della borgata
e gli dava il nome di Molo di Girgenti. Dieci anni dopo,
il 4 gennaio 1863, Vittorio Emanuele II, Re d'Italia,
autorizzava il Comune del Molo di Girgenti ad assumere
la denominazione di Porto Empedocle. |