Licata è
posta tra la riva destra del Salso ed il colle detto
Sant'Angelo, su cui sorge il Castello omonimo. Alle
falde di questo monte, detto comunemente «Montagna», nel
310 a.C. Agatocle venne battuto dal Cartaginesi e,
nell'antistante specchio di mare, nel 256 a.C, si svolse
la decisiva battaglia navale in cui Attilio Regolo
sconfisse la flotta cartaginese e pose le condizioni
dello sbarco romano sulle coste del Nord-Africa. E
sempre qui, nel 249 a.C., i Cartaginesi si presero la
rivincita, distruggendo la flotta romana di Giulio Pullo.
Gli storici ritengono che Licata sia sorta sulle rovine
di una città assai antica e disputano ancora se sia
stata eretta sulle rovine di Gela o di Finzia. La
moderna città di Licata discenderebbe invece da Alicua o
Aluca. Questa città cadde sotto il dominio arabo e in
questo periodo decadde. Venne liberata dal conte
normanno Ruggero d' Altavilla ed ebbe, per diversi
secoli, notevole prosperità. Fu eletta, da re Martino,
"città demoniale" e potè godere di molti privilegi. Nel
1542, però, un violento terremoto fece crollare le sue
mura e fu quindi, più vulnerabile ai saccheggi. Nel
1616, il capitano spagnolo Hernando de Peligno fece
edificare un nuovo castello sul monte Sant'Angelo e,
nello stesso periodo, Licata passò dal demanio alla
proprietà privata e dalla proprietà privata al demanio,
per diverse volte. La città di Licata occupò anche un
posto nel Parlamento siciliano e, nel 1803, ricacciò per
l'ultima volta i Turchi che, a più riprese, nei secoli
passati avevano minacciato la città. Il lO luglio 1943,
in località Torre di Gaffe, presso Licata, sbarcarono le
truppe alleate che, cosi, iniziarono l'avanzata verso
l'interno della Sicilia. Licata vanta molti eleganti
edifici sacri e di edilizia civile e, nel suo
territorio, necropoli preistoriche e fortificazioni di
epoca protostorica. Oggi conta circa 43.000 abitanti. La
popolazione è dedita soprattutto all'agricoltura, alla
pesca ed all'artigianato.
|