Nella notte fra il 14 e il 15 gennaio 1968 Gibellina viene
completamente
distrutta dal terremoto che devasta la zona del Bèlice. Dopo
l’odissea della ricostruzione, la nuova città sorge oggi in
un’area pianeggiante a 18 km dal vecchio paese, concepita come
una testimonianza vivente della tragedia di questa terra. È una
città museo, una celebrazione del moderno cui importanti artisti
hanno partecipato con il loro contributo di idee e progetti, per
donare un nuovo inizio a Gibellina e alla sua gente. Sulla sua
pianta ellittica le strade corrono ampie, marcando le distanze
che separano le abitazioni e rendendo possibile il dispiegarsi
di grandi spazi aperti. Simbolo del paese è la gigantesca stella
in pietra realizzata da Pietro Consagra; molte altre sono
comunque le opere donate da artisti siciliani e non, tanto da
aver creato in poco tempo l’unica collezione d’arte
contemporanea in tutta la Sicilia. Le stesse macerie della città
vecchia sono divenute una scultura: i cosiddetti Ruderi di
Gibellina sono stati infatti coperti da Alberto Burri con una
colata di cemento, un manto steso sul fianco della montagna e
che scolpisce il paesaggio, a simbolo della pietà umana di
fronte alla catastrofe.
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