BAGLI - CENNI STORICI SUL
TERRITORIO DI "CUSTONACI"
I primi abitanti del territorio furono i Sicani, che
invasero la Sicilia intorno al 3.000 a.C.
Dei Sicani, Diodoro siculo dice che "abitavano le alte
vette dei monti e adorano Venere Ericina".
La storia del territorio di Custonaci è strettamente
legata alla storia di Erice che fino alla prima metà del
1900 comprendeva il vasto territorio tra il monte Erice e
Castellammare del Golfo.
tracce del loro passaggio sono state trovate all'interno
delle grotte di Custonaci.
Lo sviluppo della città di Erice però avviene con gli
Elimi. Mentre della presenza di Vandali, Bizantini e
Arabi, non abbiamo tracce.
Secondo Giuseppe Pagato durante la dominazione araba, il
territorio compreso tra il Monte Erice e il Monte Cofano
era abitato da una comunità di cristiani.
La nascita della città demaniale, che ebbe come centro
l'antico insediamento elimo avvenne quindi con i Normanni
negli anni 1154/1184.
Con i Normanni il culto pagano, legato alla dea Venere,
viene sostituito con il culto cristiano; da questo momento
la città prende il nome di Monte San Giuliano.
I Normanni organizzarono con criterio nuovi l'uso dei
territori non ancora coltivati o utilizzati.
Il territorio di Monte San Giuliano, esteso dal Monte fino
a Castellammare del Golfo, venne diviso in quote della
estensione media di 560 salme, denominati feudi e
corrispondenti nel nome ai 14 casali, tra cui erano
compresi i territori dell'attuale Riviera dei Marmi.
Nel XVII sec. a causa di usurpazione ed impossessamento, i
feudi si ridussero a 10.
All'interno il feudo era diviso in parti di terreno di
40-50 ettari da adibirsi alla coltivazione di cereali
denominati sparecchiate. I feudi e le parecchiate, essendo
di proprietà del demanio regio, venivano concessi in
gabella a ciascun concorrente che faceva la propria
offerta.
Da un elenco del 1615 i feudi della Riviera dei Marmi
risultano essere 7:
1. Feudo Sanguigno, comprendente l'attuale centro di
Custonaci fino al Rio Forgia, e di esso facevano parte 12
parecchiate;
2. Feudo di Mocata, comprendente gli attuali territori di
Baglio Messina, Purgatorio, Palatimene e Cocuccio fino
alla portella di Biro e di cui facevano parte 9
parecchiate;
3. Feudo di Libicci si estendeva tra Sperone di Custonaci
ed il comune di Buseto Palizzolo e comprendeva 12
parecchiate;
4. Feudo di Biro comprendente gli attuali omonimi
territori e tre sparecchiate;
5. Feudo di Castelluzzo comprendente l'attuale omonima
contrada da pizzo Iracò fino alle falde di Monte Cofano
con una sola sparecchiata;
6. Feudo Acci comprendente l'attuale omonima contrada
montana che non possedeva sparecchiate;
7. Feudo di Punta San Vito comprendente la Piana di San
Vito fino alle falde di Monte Sauci senza sparecchiate.
Il trasferimento della proprietà collettiva a quella
privata induce i nuovi proprietari ad investire i propri
capitali per creare centri di coordinamento di lavori
agricoli: i Bagli.
Il Baglio, è un insediamento di più case, aggregate ad
accogliere i lavoratori di un'azienda agricola e le loro
famiglie; sono costruiti in terreni distanti dal centro
abitato e dovevano garantire l'autosufficienza di coloro
che vi abitavano, prendevano il nome dal proprietario del
fondo. Sono costruiti in muratura portante con pietrame
informe e copertura in legno con manto di tegole.
L'elemento che lo caratterizza è il cortile interno, di
forma quadrangolare e comunicante con l'esterno attraverso
un portone di legno. Una variante è rappresentata dal
baglio a corte aperta come il baglio Cofano e il baglio
della Grotta Mangiapane che presentano più cortili
comunicanti tra di loro e delimitati da muretti bassi a
secco.
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