Lo spettacolo
che si presenta agli occhi di chi ha la fortuna di
arrivare a Segesta nei mesi primaverili è tale da togliere
il respiro: incastonata nel verde che ricopre una delle
numerose alture a sudovest di Palermo, si erge la mole del
Tempio, uno dei più importanti e meglio conservati giunti
fino a noi. Il peristilio si compone di 36 colonne
calcaree senza scanalature ed è privo di indizi che lo
possano far ricondurre al culto di una particolare
divinità: tutto ciò fa sì che sull’origine e la funzione
di questo edificio, risalente al 430 a.C. e lasciato
incompiuto, gli studiosi discutano ancora. La strada che,
erta, sale al Teatro, altro elemento fondamentale del
Parco Archeologico di Segesta, riserva ulteriori,
splendide vedute del tempio. Il cammino ha termine in una
spianata, dalla quale si accede alle gradinate superiori
del Teatro, affacciata come un belvedere sull’emiciclo di
63 m di diametro; insolito è l’orientamento verso
nord, probabilmente dovuto alla volontà di far godere agli
spettatori il panorama sulle colline e sul mare in
lontananza.
Pochi sono i resti che rimangono della scena, un tempo
arricchita di pilastri e colonne. Completata l’opera di
restauro e consolidamento, il Teatro ha oggi ritrovato la
sua antica funzione. |