Sul territorio dove sorgeva la greca
Akrai, fondata dai Siracusani nel 664
a.C., nacque in età normanna Palazzolo
Acreide, la cui attrattiva principale è costituita
proprio dai resti della città antica.
Oltre la piccola porta d’accesso, la
zona archeologica conserva i resti di un
Teatro Greco, risalente al III secolo a.C.
e rimaneggiato in età romana. Attiguo
al teatro è il bouleuterion, destinato alle
riunioni del senato, mentre a sud si trovano
le latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella,
cave usate per l’estrazione
della pietra e riadattate poi a necropoli
e abitazioni in età cristiano-bizantina.
Nelle vicinanze sono anche i pochi
resti del Tempio di Afrodite, risalente
al VI secolo a.C. Vale la pena rivolgersi
ai custodi degli scavi per giungere alla
zona dove si trovano i Santoni: si tratta
di dodici sculture rupestri del III secolo
a.C. dedicate alla dea Cibele che costituiscono
il più importante complesso figurativo
riguardante il culto di quella
che i Romani chiamavano Magna Mater.
La città si trova a nord-est della zona
archeologica ed è caratterizzata dalla
preponderanza di linee e forme barocche:
deve infatti la sua impronta architettonica
alla ricostruzione attuata nel
Settecento, dopo che il terremoto del
1693 l’aveva in gran parte distrutta. Su
piazza Moro si trovano due degli edifici
religiosi principali, la chiesa Madre e
quella di San Paolo, ma degne di nota
sono anche la Casa-Museo dell’etologo
Antonino Uccello e la chiesa di San Sebastiano,
ricostruita nel primo ventennio
del Settecento.
|