Ragusa (Raùsa in
siciliano) è una
città italiana di 73.093 abitanti,
capoluogo dell'omonima
provincia in
Sicilia. È il settimo
comune dell'isola per numero di abitanti
ed è situato sui
monti iblei.
La città è la più agiata del
mezzogiorno d'Italia, è chiamata la
"Città dei ponti" per la presenza di
tre strutture molto pittoresche, ma è stata
definita anche da letterati, artisti ed
economisti come "l'isola nell'isola"
o "l'altra Sicilia", grazie alla
storia e ad un contesto socio-economico
molto diverso dal resto dell'isola; nel
1693 un devastante terremoto causò la
distruzione quasi totale dell'intera città,
mietendo più di cinquemila vittime. La
ricostruzione, avvenuta nel
XVIII secolo la divise in due grandi
quartieri; da una parte Ragusa superiore,
situata sull'altopiano e dall'altra
Ragusa Ibla; sorta dalle rovine
dell'antica città e ricostruita secondo
l'antico impianto medioevale.
I capolavori architettonici costruiti dopo
il terremoto, insieme a tutti quelli
presenti nel
Val di Noto, sono stati dichiarati
patrimonio dell'umanità dall'UNESCO,
Ragusa è uno luoghi più importanti in
assoluto per la presenza di preziose
testimonianze di arte
barocca.
La città
si estende sulla parte meridionale dei monti Iblei, è il
capoluogo di provincia più a sud d'Italia ed il più alto
dopo Enna, Potenza, Campobasso, L'Aquila, e, in Sicilia,
dopo Enna e Caltanissetta. Dista mediamente dal mare 20
km ed è la città italiana più popolata fra quelle poste
(altitudine della casa comunale) ad un'altitudine
superiore ai 500 metri sul livello del mare.
L'estensione del territorio comunale è degna di nota
ponendosi tra le più grandi per km², inoltre è la città
italiana più popolata al di sotto dei 37° di latitudine
e la terza d'Europa dopo Candia e Ceuta.
La cima più elevata è rappresentata dal monte Arcibessi
(906 metri s.l.m.), per questo è fra i comuni lambiti
dal mare che presentano il più elevato dislivello. Il
quartiere più antico della città, cioè Ragusa Ibla,
sorge su una collina. Ad est la città è circondata dal
colle San Cono, in mezzo vi scorre il fiume Irminio, il
più importante della Sicilia sud-orientale. A nord la
città è circondata dal monte Patro, nella valle in mezzo
vi scorre il fiume San Leonardo. A sud si trova il monte
Bollarito che è diviso da Ragusa tramite il torrente
Fiumicello. Infine a ovest sorge Ragusa superiore sui
colli Patro e Cucinello, la parte più recente della
città invece sui colli Corrado, Pendente e Selvaggio, i
primi due staccati dalle colline circostanti da due
profonde gole, le tipiche "cave" del tavolato ibleo, la
cava San Leonardo e la Cava Santa Domenica.
Monti Iblei, Cava VolpeLa città si sviluppa verso ovest
fino a raggiungere l'altopiano (680 s.l.m.). In passato
l'intero territorio di Ragusa era ricoperto da una fitta
vegetazione mediterranea composta principalmente da
querce e allori. I disboscamenti perpetrati nei secoli,
a partire da quelli massicci effettuati dai romani, al
fine di destinare la terra alla coltura dei cereali e
alla pastorizia, hanno contribuito in larga parte alla
diminuzione delle risorse idriche, che comunque
nell'intera provincia sono superiori rispetto a quelle
di altre province siciliane. Il fiume Irminio, un tempo
navigabile, come si evince da antichi documenti arabi, è
sbarrato da una diga, ciò ha dato luogo a un lago
artificiale: il lago Santa Rosalia, che si trova a metà
tra il territorio di Ragusa e quello di Giarratana. Nel
territorio ibleo la flora annovera oltre 1500 taxa, per
la maggior parte appartenenti all'elemento
circum-mediterraneo.
Il territorio extracomunale, nella quasi totalità,
insiste sugli ultimi lembi dei Monti Iblei che
dolcemente, scivolano verso il mare, un altopiano
caratterizzato da enormi distese coltivate, di un
interrotto reticolo di muri a secco punteggiato da
carrubi e olivi. I rilievi una volta degradati fino al
livello del mare, lasciano il posto alla costa per lo
più costituita da enormi distese di sabbia.
Paesaggio ibleo e il lago S. RosaliaNegli ultimi due
milioni di anni, terminata la regressione marina che nel
miocene aveva lasciato emergere gli Iblei e tutto il
fondale che va fino alle isole dell'arcipelago maltese,
il movimento contrario, nel pliocene immerse le terre
più basse e le vicende orogenetiche provocate
dall'attività vulcanica sottomarina composero il
tavolato ragusano. Il territorio è prevalentemente
collinare, formato da grandi altipiani e vallate e lo
scorrere dei fiumi ha eroso l'altopiano formando
numerosi canyon profondi. Il plateau ibleo costituisce
uno dei promontori della placca africana ed è costituito
da una crosta di tipo continentale in massima parte da
sedimenti carbonatici e carbonatico-marnosi di età
cretaceo-quaternario in cui si intercalano vulcaniti
basiche, inoltre è diffuso il carsismo. Nelle zone
costiere, nei pressi del mare, si trova la pietra
arenaria. Alcune aree dei Monti Iblei presentano anche
rocce di origine vulcanica come nei pressi del Monte
Lauro, facente parte di un complesso vulcanico
sottomarino. Dalla pietra calcarea che abbonda
nell'intero territorio, nascono i muri a secco, che
delimitano le chiuse e che caratterizzano il paesaggio. |