Numerosi reperti
archeologici (sepolcri di argilla, antiche medaglie,
giare, lucerne, monete,pietre incise), ritrovati nelle
campagne, dimostrano che Mascalucia sia stata abitata nel
periodo in cui l'Imperatore Cesare Augusto spedì delle
colonie nella provincia di Catania. Risulta altresì che
intorno al 324 il paese veniva appellato "Massalargia",
una delle "masse" (aggregazioni di persone) che si narra
fossero state donate, nel IV secolo d.C., dall'Imperatore
Costantino alla Santa Sede. Tale toponimo risulta
menzionato in una epistola di San Gregorio Magno, Papa del
590, a Cyprianum, nella quale si fa riferimento alla
chiesa di Sant'Antonio Abate al Cimitero. Da questo
documento si può quindi ipotizzare che il primo nucleo
abitativo sorse intorno a questa chiesa, anche se Vito
Amico nel suo Lexicon riporta la notizia dell'esistenza di
un Municipium romano in contrada Ombria, sita nel
territorio di Mascalucia, ricca, come il rimanente
territorio, di testimonianze archeologiche che attestano
una frequentazione almeno a partire dal neolitico.
Per l'origine del nome l'ipotesi più accreditata è la
derivazione da "Maniscalchia", che indica un territorio
dove era presente un allevamento di cavalli. Tale termine
è menzionato in due pergamene del 1349 e 1351 del
Tabulario di San Nicolò l'Arena ai Benedettini e più tardi
in un'ordinanza dell'arcidiacono dell'Abazia di Sant'Agata
di Catania del 1454, che riguardava "...li contratti de la
maniscalchia...". Dopo una lunga serie di vicissitudini
legate alla vita delle "masse", più volte sequestrate
all'autorità pontificia ed incorporate al Regio Erario,
passò, in epoca successiva, all'amministrazione civile e
giudiziaria di Catania, fino al 1640. Venduta all'asta in
seguito alla politica di re Filippo IV, fu acquisita prima
da Giovanni Andrea Massa, che la donò a Nocolò Placido
Branciforte Principe di Leonforte e divenne infine Ducato,
titolo che conservò sino ai primi decenni del 1800.
Particolarmente devastanti per il paese di Mascalucia
furono l'eruzione del 1669 e il terremoto del 1693; i
mascaluciensi sopravvissuti riedificarono le abitazioni
poco distanti da quelle precedenti.
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