La fondazione di Grammichele è conseguente alla
distruzione dell'abitato medievale di Occhiolà a causa del
catastrofico terremoto del 1693. La zona su cui sorgeva il
borgo medievale, del quale sono ancora visibili le
imponenti rovine del castello e di gran parte del tessuto
urbano, denominata Terravecchia, rappresenta una delle
aree archeologiche più interessanti della Sicilia
orientale. I numerosi resti attestano, accanto alle rovine
medievali, la presenza di un antico centro identificato da
Paolo Orsi nella città sicula- ellenizzata di Eketla,
menzionata da Diodoro. Dopo il terremoto il borgo, fondato
forse nel corso del XIII secolo, feudo della famiglia
Carafa Branciforte, fu abbandonato ed i suoi abitanti si
trasferirono su una altura che fronteggia le rovine di
Occhiolà, dove venne fondato il borgo di Grammichele. La
pianta della nuova città, perfettamente esagonale ad
orditura centrica, fu ideata dal principe Carlo Maria
Carafa, signore del luogo e disegnata dal frate architetto
Michele da Ferla, architetto già attivo a Sciacca, il
quale inizia subito a tracciare le strade e le chiese su
disegno eseguito dal principe stesso, incidendole su una
lavagna di ardesia, (oggi conservata nel Palazzo
Comunale). L'istituzione del Parco archeologico comunale
ha fatto si che l'area assumesse anche una valenza
turistica. La maggior parte dei reperti venuti alla luce
nelle numerose ricerche, sono esposti al museo
archeologico di Siracusa, mentre quelli ritrovati di
recente si trovano presso il museo cittadino.
fonte: Apt Catania via
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