Secondo una leggenda locale
il nome della città di Serradifalco deriva dal fatto che
nelle alture rocciose circostanti un tempo nidificava
abbondantemente il falco. Fondata nel 1640 da Leonardo Lo
Faso Pietrasanta, Serradifalco è ricca di capolavori
artistici e architettonici. Segnaliamo soprattutto la
chiesa madre dedicata a San Leonardo, patrono della città,
con una maestosa facciata e con diversi capolavori
conservati al suo interno.
A ridosso del centro abitato, in una depressione carsica,
si estende il Lago Soprano, riserva naturale ricca di
specie animali e vegetali caratteristiche delle zone
umide.
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Azienda Provinciale Turismo di Caltanissetta
È posto nella regione
collinare tra i fiumi Platani e Salso alle falde
nord-occidentali della Serra Cusatino. Il nome indica una
serie di alture (come lo spagnolo "sierra"), dove
nidificavano i falchi. Il Vito Amico, di Serradifalco
scrive: (Paese recente sotto Caltanissetta, insigne del
titolo di ducato, sedente in un terreno lievemente declive
verso mezzogiorno, che si appartiene al feudo dello stesso
nome, di diritto un tempo di Berengario Angileri, per dono
di Pietro I Aragonese. Non so in quale anno sia passato
nella contea di Caltanissetta, ma già dal secolo XIV
ritrovasene ascritto ai feudi quello di Serradifalco». Il
feudo di Serradifalco, facendo parte del territorio di
Caltanissetta, appartenne al conte Giovanni Tommaso
Moncada che per gravi dissesti finanziari lo cedette, con
diritto di riscatto nel 1493, a Nicolò de Barresio. Da
questi, il possedimento passò ad Antonino Rizono per
ritornare, dopo qualche anno, a Guglielmo Raimondo Moncada,
figlio di Giovanni Tommaso. Ma il feudo di Serradifalco
evidentemente non era destinato a restare alla famiglia
Moncada perché fu venduto a Giovanni Luigi Settimo, che
quarant’anni dopo lo rivendette ad Antonio La Rocca, il
quale lo donò al nipote Cristoforo che nel 1557 lo cedette
al figlio Giacomo riservandosene l’usufrutto. Intanto
Francesco Moncada de Luna che aveva risollevato le sorti
economiche della famiglia, in forza del diritto di
riscatto, ricomprò ancora una volta il feudo di
Serradifalco, destinato di nuovo ad essere venduto.
Infatti nel 1617 Antonio d’Aragona e Moncada, sempre a
causa dei debiti, vendette il feudo e la baronia di
Serradifalco assieme ad altri possedimenti a Francesco
Graffeo che, nel 1625 dietro pagamento di una cospicua
somma, ricevette da Filippo IV il titolo di marchese di
Serradifalco. Morto neI 1635, Francesco Graffeo lasciò
erede universale il nipote Giovanni che, trovando la
situazione patrimoniale gravemente compromessa, nel 1640
rinunciò all’eredità in favore del figlio primogenito
Francesco, ancora minorenne e sotto tutela della nonna
materna Maria Ventimiglia Sarzana, la quale nello stesso
anno aveva chiesto la "licentia populandi". Ma, purtroppo,
per l’incalzare dei creditori il feudo fu messo all’asta
pervenendo a Leonardo Lo Faso che Io popolò richiamando i
coloni da Palermo, Caccamo e Termini. Nel 1665 il Lo Faso,
per privilegio del re Filippo IV, ricevette il titolo di
duca di Serradifalco e il diritto di sedere al XXI posto
in Parlamento. Il duca, oltre alle case per i nuovi
coloni, fece costruire il suo palazzo e la prima chiesa
parrocchiale che, in suo onore, i cittadini vollero
intitolare a San Leonardo. Alla sua morte gli succedette
il figlio Francesco che sposò Anna Maria Talamanca e Grua
da cui nacque Leonardo. La famiglia Lo Faso tenne il
ducato di Serradifalco fino al 1812, anno in cui fu
abolita la feudalità in Sicilia. Nel 1813 Serradifalco,
che apparteneva fin dalla sua nascita alla comarca di
Sutera, fu aggregata al distretto di Caltanissetta.
L’inizio del XX secolo porta a Serradifalco molte novità.
G. Testa in Serradìfalco scrive: «Il primo decennio vede
la realizzazione di molte opere pubbliche come
l’illuminazione pubblica, il servizio di manutenzione
delle strade, l’ampliamento del cimitero, la sistemazione
della Piazza Vittorio Emanuele, il risanamento dell’Orto
Piazza, con la soppressione delle due vasche esistenti,
fomite di infezioni in una zona infestata da febbri
malariche, la progettazione di un edificio scolastico in
località Orto Piazza». Durante le due guerre mondiali la
cittadina ha dato un valido contributo di sangue mandando
i suoi figli migliori a combattere per la grandezza della
patria. La chiesa madre, costruita alla fine del ‘700, ha
la facciata a due ordini con spazi divisi da fasce di
lesene con capitelli. L’interno, ad unica navata,
custodisce la statua di san Leonardo, santo titolare, del
1662 di Giancarlo Viviano e i ritratti degli arcipreti
Giuseppe Antonio Vaccaro (1778 - 1789) e Orazio Sferrazza
(1821-1857). La chiesa dell’immacolata, costruita nella
seconda metà del ‘700, presenta una facciata semplice
ravvivata da stucchi che ornano il portale e la finestra.
La chiesa di San Francesco di Paola fu costruita nel 1640
e fu la prima chiesa del costruendo paese. Il lago Cuba
conosciuto anche come lago Soprano nel periodo invernale
raggiunge una superficie di 15 ettari che in estate si
riduce a causa della mancanza di piogge e per l’uso
indiscriminato che ne fanno i contadini che con le sue
acque irrigano i loro campi. Sorge nelle vicinanze del
centro di Serradifalco a 400 metri circa sul livello del
mare. Nelle sue acque sostano a ristorarsi alcuni tipi di
volatili che si spostano per le loro periodiche
migrazioni. Nel territorio circostante il lago crescono
piante che in altre zone della Sicilia sono in via di
estinzione. Serradifalco ha dato i natali a molti uomini
di talento, tra cui: Domenico Lo Faso Pietrasanta - di lui
scrive il prof. Santi Correnti: «duca di Serradifalco
(1773 - 1863) che è stato uno dei più grandi archeologi
siciliani. Citato comunemente come il Serradofalca, ha
lasciato cinque volumi di studi sulle Antichità della
Sicilia, che sono tuttora opera valida. Fu anche una delle
figure più insigni della grande rivoluzione federale del
1848-49: presiedette la "Camera dei Pari" (il Senato
siciliano di allora), fu Ministro degli Esteri, e fu poi
esiliato dai Borboni. Il poeta Leonardo Insalaco (1884 -…..)
zolfataio, ignorante, ma d’ingegno sveglio. Scrisse un
numero straordinario di poesie in vernacolo. La venuta nel
1881 della famiglia reale a Caltanissetta gli valse il
posto di guardia forestale a cavallo. Non si conosce la
data e il luogo della sua morte. Occasione d’incontro per
i serradifalchesi sono le feste religiose in particolare
quella del patrono San Leonardo il 6 novembre; la festa di
San Giuseppe e le rappresentazioni della settimana santa
con il rnòrtorio e la scinnenza. L’ economia
serradifalchese, un tempo sostenuta dalle miniere, dipende
oggi prevalentemente dall’agricoltura che produce
mandorle, cereali, legumi e olive, e dall’allevamento del
bestiame.
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