Santa
Margherita Belice venne fondata, nel 1575, da Antonio
Corbera su un'antica rocca già abitata dagli Arabi, che
avevano denominato il borgo da loro edificato Manzil el
Sindi. Il barone Corbera ottenuta la licenza di popolare
il feudo, diede al nuovo casale il nome di Santa
Margherita Belice. In buona posizione strategica, il
paese dominava anche militarmente la estesa Valle del
Belice del Carboi, il borgo venne fornito di robuste
mura e, quando passò sotto la giurisdizione dei Principi
Filangieri di Cutò, vennero costruite diverse nuove
case, tra cui un palazzo passato alla storia per avervi
ospitato la regina Maria Carolina che era fuggita da
Napoli. Lo stesso palazzo è stato poi descritto da
Giuseppe Tomasi da Lampedusa nelle sue opere "Il
Gattopardo" e "I ricordi". Purtroppo questo edificio
subì gravi danni, come tutto il patrimonio artistico di
Santa Margherita Belice, a causa del disastroso
terremoto del 1968. Crollò anche la bella Chiesa Madre
del Settecento. Moltissimi Margheritesi sono rimasti,
per diversi anni, senza tetto e sono stati costretti a
vivere nella baraccopoli. Naturalmente anche l'economia
è stata duramente colpita e per alcuni settori, in
maniera irrecuperabile. L'agricoltura produce grano
duro, olio, mandorle, cereali, agrumi e fichi d'india.
Vi sono in attività botteghe di artigianato artistico
per la produzione di sculture e di campane di bronzo.
Santa Margherita Belice è a 465 metri sul livello del
mare in zona collinare. Dista dal capoluogo 110
chilometri. |