Cammarata
sorge sulle falde del monte omonimo, a 689 metri sul
livello del mare. Qualche storico vuole che le sue
origini siano assai remote. La città sarebbe sorta,
infatti, sulle rovine di un antichissimo centro, la
sicana Inyco, assai nota per la produzione di vino. Di
certo è, invece, che la città esisteva al tempo del
conte Ruggero d' Altavilla, dunque nel XII secolo,
poichè questo signore concesse il territorio di Camerata
alla consanguinea Lucia che, per questo, viene indicata
nei documenti col titolo di Domina Cameratae. Già a
quell'epoca v'era un Castello, e i suoi signori godevano
di diversi privilegi. Nel secolo XIV la signoria di
Cammarata passa nelle mani del nobile Vinciguerra
Palizzi, che l'ebbe in concessione dal re Federico Il
d'Aragona. Alla fine dello stesso secolo, il re Martino
diede il feudo a Guglielmo Raimondo Moncada. A seguito
di questa decisione ci fu una sollevazione popolare, e
il Moncada dovette espugnare la città per entrarvi.
Pochi anni dopo però, cedette in vendita il territorio
alla famiglia Abatellis. In questo periodo Cammarata
venne innalzata a contea. Furono quindi i nobili
Branciforti, circa un secolo dopo, a dominare in città e
a mantenere la signoria fino al 1669 anno in cui la ebbe
in dote Ferdinando Moncada e Aragona. Nel secolo
seguente troviamo l'ultimo Signore di Cammarata: il
principe Paternò Luigi Moncada Ruffo. Di notevole
interesse artistico e il Castello di Cammarata, di cui
rimangono, però, solo i ruderi. Nelle chiese del paese
si possono ammirare tele di Pietro Asaro e opere
dell'artista Bagnasco. Oltre all'agricoltura, è assai
sviluppata l'attività zootecnica e quella industriale,
rappresentata da fabbriche di laterizi e cooperative
varie. |